04 Mag Carlo Bergamini – Direttore HR
Sono Direttore Risorse Umane di un’azienda pubblica emiliana che gestisce 28 farmacie, un magazzino all’ingrosso di prodotti farmaceutici e diversi servizi socio-assistenziali.
E’ facile immaginare quanto l’epidemia Covid-19 abbia sconvolto e stravolto la nostra attività che opera in un’area di confine tra il settore sanitario ed il retail.
Sin dai primi giorni del contagio (e anche qualche settimana prima) è stato necessario operare una serie di valutazioni che scaturivano in altrettante decisioni da attuare.
La variante rispetto alla “normalità” era l’immediatezza delle decisioni e le potenziali conseguenze derivanti da decisioni errate in un contesto aziendale che, non solo non si è fermato, ma al contrario ha avuto fortissime accelerazioni alternate a brusche frenate.
In questa situazione sono emerse, in modo fortemente amplificato, le diverse personalità, le sensibilità, le differenze di ruolo e di interessi delle persone chiave che partecipano al percorso decisionale che spesso sfociavano in aspre discussioni, conflitti, visioni ampiamente divergenti.
Alla però fine la decisione veniva definita.
A due mesi dall’inizio del contagio l’azienda è aperta.
Non ha mai interrotto l’attività.
Ha concesso smart-working ove possibile, ovviamente non in farmacia e nella logistica.
Ha gestito picchi di lavoro inimmaginabili.
Può felicemente dire ad oggi che nessuno dei suoi circa 300 dipendenti, la maggior parte dei quali lavorano a contatto con il pubblico, è risultato positivo al Covid 19.
Mi sono chiesto se questo risultato (temporaneo, non va abbassata la guardia) è frutto della fortuna: si dice che aiuti gli audaci. Oppure, o almeno in parte, di giuste decisioni che hanno tenuto conto delle diversità di tutti gli attori coinvolti.
Ritengo personalmente che il contributo della diversità abbia costituito un determinante valore aggiunto.
Quale cartolina per il futuro ?
L’azienda in questo momento si è comportata come un naufrago che, in situazione critica, ritrova energia, forza, coraggio, lungimiranza che non immaginava di possedere ma che gli hanno consentito di salvarsi.
La mia speranza è che da questa esperienza riusciamo trasformarci da naufraghi a velisti, imparando meglio a prevedere, tracciare la rotta, conoscere il mare, possedere le giuste dotazioni di sicurezza, affinare ed esercitare le tecniche di navigazione (anche con mare grosso), imparare a scuffiare e raddrizzare la barca, e a prendere l'onda nel modo giusto. Perchè la tempesta non sai mai quando e come arriva, ma prima o poi ...
Buon vento a tutti!