17 Mag Rita Stella Paolo – Spec. Microbiologia e Virologia
Sono una Biologa e specializzanda al terzo anno in Microbiologia e Virologia al policlinico universitario di Messina.
Negli ultimi tre anni mi sveglio alle 6 di mattina per prendere un treno che mi porta dalla mia Calabria fino a Messina per svolgere la mia attività.
Nonostante sia stancante e sacrificante fare un lungo viaggio di andata e ritorno ogni giorno, non mi è mai pesato perché faccio il mio lavoro con passione, ma mai come in questo periodo è così difficile viaggiare.
Compilo circa quattro o cinque autocertificazioni al giorno per uscire e rientrare dalla mia regione e due o tre controlli della temperatura. Eppure questo non mi ha fermata.
Credo di far parte di una grossa macchina che sta lavorando per la nazione intera e che si chiama Sanità. Questo mi ha fatto sentire in dovere di dare il mio contributo, nonostante sia solo una specializzanda e lavori in maniera gratuita. E non ne posso essere più orgogliosa.
Quando è scoppiata questa pandemia io e i miei colleghi ci siamo chiesti a cosa stessimo andando incontro. La risposta l’abbiamo avuta solo quando anche nel nostro reparto abbiamo iniziato a lavorare i famosi tamponi.
Centinaia di tamponi al giorno arrivano in laboratorio e non solo, campioni per accertarsi che non ci siano infezioni coesistenti. E noi, muniti dei nostri DPI e di una buona dose di coraggio, svolgiamo questo lavoro perché dietro ogni tampone c’è una storia, una persona che in quel momento sta soffrendo.
Sapete i DPI non sono facili da tenere addosso, fanno sudare e nascondono ogni espressione del viso e ogni emozione, ma noi abbiamo imparato a comunicare con gli occhi, che non mentono mai.
Ogni tanto corriamo a prendere una boccata d’aria senza mascherina alla finestra di nascosto e scappa un sorriso, uno di quelli che ti riempie il cuore.
Credo che questo periodo che passerà alla storia Mondiale ci abbia insegnato l’attaccamento alla nostra terra e alla nostra gente, la solidarietà tra noi italiani da nord a sud.
Ma non solo. Mi ha fatto capire in maniera più viscerale quanto amo ciò che faccio: mai come adesso ho capito che il mio posto è lì, in quel reparto d’ospedale.