28 Mag Giovanna Prina – Cons. Sviluppo Org.vo
I giorni passano, le cartoline arrivano.
Insieme ai colleghi le leggiamo, ci entusiasmiamo, ci mettiamo in contatto con chi si vuole raccontare ma non scrive direttamente la sua storia.
Conosciamo persone, chiacchieriamo con loro e intanto raccogliamo bei racconti, pensieri positivi, di apprendimento, di voglia di cambiamento, anche di entusiasmo verso il futuro.
Che bel dono!
I giorni passano.
I runner sono additati da chi li considera untori.
Nei giardini i padroni dei cani iniziano a insultare gli anziani che girano senza mascherina “quando siamo chiusi in casa per voi!”.
Nel mio condominio, un pezzettino di verde viene reclamato da timidi bambini della casa, che giocano a distanza ma almeno stanno insieme, e subito appare un cartello che dice che assembramenti e disturbi della quiete pubblica sono vietati.
Torna Silvia Romano e invece di festeggiare molti si accaniscono contro di lei, le sue scelte e la sua storia.
Nelle chiacchiere in coda per entrare al supermercato litigano in modo stizzito le persone con la prenotazione e il diritto di entrare prima e quelle invece che non ce l’hanno ma entrano lo stesso, “…e allora che senso ha prenotarsi se mi passano davanti?!”
Mentre faccio la coda per prendere il primo caffe dopo la fine del lockdown, un signore mi intrattiene sul fatto che lo stato dovrebbe ridarci i soldi dell’assicurazione, perché non ci ha fatto usare l’auto e pure i soldi dell’IMU, perché non ci ha permesso di andare nella seconda casa…
I giorni passano e io non voglio tornare come prima.
Voglio veramente che i comportamenti cambino. Voglio credere e continuare a pensare che questo periodo abbia realmente insegnato qualcosa di buono.
Voglio portare con me, tutti i giorni, il senso civico, di comunanza, di empatia e di responsabilità che ho letto nelle cartoline.
Non so ancora cosa concretamente farò, ma sarà qualcosa che deve ricordare a me stessa e agli altri come si fa ad essere migliori.
E se me ne dimentico, qualcuno dei miei amici – per favore – mi fermi e me lo dica. Gentilmente, ma me lo dica.