14 Mag Marina Bozza – Medical Advisor
Di storie me ne sono capitate tante in questo periodo, perché la vita va avanti anche se tutto sembra fermo tra le mura di casa. Ne scelgo una, piccola e preziosa.
Un giorno leggo l’appello Facebook di un’amica psicologa; sta cercando vecchi lettori DVD da portare ai ragazzi che segue in una comunità di recupero per tossicodipendenti. In comunità non c’è internet, non ci sono pc né smartphone.
La quarantena è ancora più dura perché sono quasi azzerati gli interventi esterni e un vecchio lettore DVD può essere utile per passare il tempo a guardare film.
Non ci penso un attimo a regalare il mio lettore, assieme a qualche DVD.
Una delle cose che più sto imparando in questi ultimi anni è che il possesso compulsivo di oggetti, di cui le nostre case strabordano, non ha alcun valore in sé, ma solo se riesce a creare benessere, magari per gli altri, non necessariamente per se stessi.
E io mi sto quindi distaccando da molti oggetti, cercando sempre di trasformarli in qualcosa di buono per altri.
Al ritorno dalla comunità, ricevo la visita a sorpresa della mia amica. Mi porta tre bellissime piante fiorite.
Le coltivano i ragazzi in comunità ed è il loro ringraziamento.
Mi commuovo un po’, sono grata di questa piccola gioia piena di colore che irrompe nel silenzio del lockdown.
E mentre travaso le mie nuove piante, penso che anche una piccola cosa, può valere niente o può valere molto.
E immagino questi ragazzi mentre guardano un film, riuscendo forse a far scorrere il tempo un po’ meno lentamente.
E mi domando che cosa succederà quando tutto sarà finito, quando si ritroveranno comunque soli a combattere mostri ancora più invisibili di un virus.